Elena muore bruciata nel letto dove era stata legata, ma per la Procura la colpa è solo di chi non ha saputo spegnere l’incendio
Nei giorni scorsi il Sostituto Procuratore del Tribunale di Bergamo, Letizia Ruggeri, ha concluso le indagini sulla morte di Elena Casetto avvenuta nel 2019 nell’ospedale Giovanni XXIII, nell’incendio sviluppatosi nella stanza dove era stata rinchiusa a chiave, legata al letto mani e piedi e bloccata da una fascia toracica. La Procura ritiene che i soli colpevoli siano due operai del Pronto Intervento Antincendio. E’ sconcertante che si taccia sulle responsabilità di chi ha deciso di legare Elena: una pratica, la contenzione, che la Corte di Cassazione nel 2018 definisce “un presidio restrittivo della libertà personale che non ha una finalità curativa..e che può provocare lesioni anche gravi”. Fino alla morte: Elena, privata della libertà, è stata anche privata di ogni possibilità di scampo.
Ne discutono Giovanni Rossi, Presidente Club Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura No Restraint e Giovanna Del Giudice, portavoce Campagna Nazionale ..E tu slegalo subito!