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L’International Drug Policy Consortium (IDPC) ha analizzato criticamente i punti salienti della proposta di Agenda Europea sulle Droghe 21-25 inviando una lettera aperta all’Horizontal Working Party on Drugs, il gruppo dei rappresentanti governativi dei 27 paesi membri, alla presidenza tedesca e alla Commissione europea. La Società della Ragione ha aderito e sostiene questa posizione e se ne farà interprete insieme alla Società Civile nazionale anche presso il governo italiano.
Ecco i punti salienti della lettera aperta come riportati da Fuoriluogo:
- il ritorno indietro rispetto a quella “posizione bilanciata” tra approccio repressivo e approccio sociale che ha fino a oggi caratterizzato positivamente la strategia comunitaria, con un forte ritorno alla centralità dell’approccio lawℴ
- il grave depontenziamento delle politiche socio sanitarie e la quasi sparizione dei temi relativi ai diritti umani, che pure hanno caratterizzato l’approccio europeo;
- il debole aggancio ai documenti più avanzati a livello globale, come lo UNGASS Outcome Document del 2016 e il rischio della perdita di una dimensione comunitaria coesa e di un ruolo centrale nel dibattito globale;
- la scarsa attenzione, rispetto alla precedente Strategia, ai temi della ricerca, del monitoraggio e delle evidenze scientifiche, nonostante la retorica dell’approccio evidence based;
- infine, ma non ultimo, il rischio di rinforzare la stigmatizzazione del fenomeno e dei suoi attori, sia attraverso un linguaggio non corretto che attraverso l’inclusione e l’accorpamento della Agenda sulle droghe in un unico provvedimento insieme a abusi sui bambini e traffico di armi.
A queste critiche si aggiunge la denuncia di un processo opaco che ha messo in difficoltà la società civile, con una scarsa considerazione delle osservazioni prodotte dal CSFD e un margine di tempo molto ristretto per far pervenire osservazioni e proposte.